
Pensare con le mani è il motto di Lego Serious Play, la metodologia che facilita il pensiero, la comunicazione e la risoluzione di problemi complessi attraverso il gioco. Nella pratica, Lego Serious Play (LSP) è un approccio che, facendo leva sul gioco, aiuta a liberare capacità e idee potenzialmente presenti in ognuno di noi, stimolando i partecipanti a costruire con le mani un modello tridimensionale del proprio “problema”, sia esso di carattere strategico, operativo o relazionale.
Il risultato? Innescare tra i partecipanti un processo collaborativo, a prescindere dal ruolo e dalle competenze, favorendo così l’insorgere di idee innovative e connessioni inedite, stimolando la creatività.
Vi racconto la mia esperienza di Lego Serious Play
Tutto è cominciato con la richiesta di costruzione di un papero utilizzando solo 6 pezzi.
Ma perché un papero vi starete chiedendo?
Perché è da lì che è nata la storia della Lego, nel 1938. Una storia gloriosa iniziata nel 1916 quando Ole Kirk Christiansen aprì una falegnameria nel suo paese dove produceva manualmente articoli da arredo per interni aiutato dai figli e da giovani apprendisti.
Il nome LEGO fu coniato nel 1934 e deriva dall’unione delle parole danesi “leg godt” che significano “gioca bene”. Da qui Robert Rasmussen, inventore della metodologia Lego Serious Play, è partito, nel 1998, per sviluppare un metodo per quella che fino ad allora era stata solo una bella idea di due professori di un’università svizzera e che oggi è un metodo aziendale per facilitare e agevolare i processi decisionali e di problem solving.
Ma torniamo al papero. La richiesta è partita da Lucius Morgelius, uno degli otto trainer di LSP al mondo e nostra guida durante il workshop, organizzato a Milano da Cocoon Project.
A questo link potete vedere il filmato fatto durante la mattinata da La Repubblica.
Lucius ci ha invitato ad aprire la busta contenente una cinquantina di mattoncini, il kit base, e ci ha chiesto di fare un papero. Inizia tutto da qui, da quei 6 mattoncini che combinati tra loro, danno origine a ben 9216 diverse combinazioni. Tante vero?
Da qui ad immaginare quante combinazioni possono prendere vita usando tutti i mattoncini che abbiamo a disposizione il passo è breve. E sono queste, le possibili combinazioni, che ci hanno portato, nel corso del workshop, a creare storie e soluzioni che nessuno immaginava fossero già dentro di noi.
Passo dopo passo, sollecitati dalle domande di Lucius, siamo finiti a “costruire” il giornalismo del futuro. Sì ho scritto proprio costruire, perchè è esattamente quello che ciascuno di noi ha fatto, mattoncino su mattoncino, lasciando agire le mani prima ancora della mente. Solo dopo si racconta: ognuno la sua visione, si ascolta quella dell’altro, ci si confronta senza giudicare, perché è così che nascono le idee innovative.
Lego Serious Play, attraverso la realizzazione di modelli tridimensionali, ci ha consentito di generare conoscenza, di rivedere le nostre strategie e di approcciarne di nuove e diverse.
Su questo si base il metodo. Viviamo in un mondo complesso e in costante cambiamento e le persone, in azienda, in squadra o anche solo in un gruppo di lavoro, vogliono contribuire. Ne sanno qualcosa società del calibro di Nasa, Microsoft, Boeing, Roche farmaceutica e Novartis, solo per nominarne alcune tra quelle che hanno già sperimentato questo approccio metodologico.